Il lavoro di analisi del rischio sviluppato nelle fasi di identificazione e di valutazione trova il suo sbocco nella fase decisionale, in cui si determina la scelta delle forme di intervento volte a ridurre i rischi o ad attenuare l’impatto economico-finanziario dei loro effetti. Ridurre il rischio significa intervenire sulle due dimensioni che lo definiscono, cioè la frequenza e la gravità. Attenuarne gli effetti significa agire in modo da creare le premesse affinché, dopo che l’evento dannoso si sia eventualmente verificato, risulti ridotta l’incidenza economico-finanziaria della perdita che esso comporta.
Le attività di identificazione e misurazione consentono di comprendere quali siano le inefficienze o meglio le unità critiche del sistema in analisi, identificando i rischi che dovranno essere “gestiti” dall’azienda (in quanto collegati ad opportunità da sfruttare) ed i rischi che dovranno essere evitati o eliminati.
Questo significa che non tutti i rischi saranno eliminati: infatti, il rischio è connaturato all’attività imprenditoriale e, a volte, la sua gestione può comportare un futuro benefico ritorno all’azienda; il management ha quindi il compito di determinare il livello di rischio massimo accettabile per l’azienda (risk tolerance) e di mantenere i rischi entro tale livello.
Per far ciò l’obiettivo degli analisti è incidere su una delle sue due dimensioni, o su entrambe, al fine di ridurne la probabilità di accadimento e/o l’impatto, a seguito di una data misura di prevenzione/protezione, che si ritiene opportuno introdurre.
Nella gestione di un rischio possiamo distinguere tre macro-aree di intervento, finalizzate a prevenire, contenere e finanziare i rischi, come mostrato chiaramente nello schema sviluppato di seguito:
L’Eliminazione del rischio consiste nella decisione di non assumere il rischio, eliminandone i relativi fattori. Alla base c’è la rinuncia all’attività o alle operazioni che stanno all’origine del pericolo, anche se ciò può portare (in relazione a determinate tipologie di rischio) a rifiutare delle opportunità di business, e deve essere quindi attentamente valutata.
La Prevenzione è l’insieme delle misure di sicurezza finalizzate ad impedire il prodursi di evenienze dannose e cioè, in sostanza, una riduzione della frequenza dell’evento;
La Protezione consiste in un insieme di misure di sicurezza, riferite alla minimizzazione del danno in occasione del prodursi degli eventi indesiderati. L’introduzione di tali strumenti di protezione produce una attenuazione della gravità dell’evento (il suo impatto) o un aumento del numero di unità esposte al rischio (è il principio delle imprese di assicurazione, che trasferiscono il singolo rischio sulla totalità degli assicurati), agendo, quindi, sulla dimensione probabilità;
La Riduzione consiste nell’assunzione di misure di sicurezza capaci di agire contemporaneamente su i due profili dell’entità del rischio (frequenza e gravità);
La Ritenzione è l’assunzione a proprio carico di una quota del rischio. I danni relativi a tale quota sono sostenuti con mezzi finanziari interni, per cui è importante che l’impresa adotti soluzioni che rendano possibile l’assunzione del rischio, ad esempio accantonando le opportune riserve finanziarie;
L’Assicurazione è un contratto che garantisce una copertura finanziaria in relazione al verificarsi di sinistri e che sancisce il  trasferimento delle conseguenze monetarie all’assicuratore. Il rischio in quanto tale resta; sono trasferite ad un terzo, dietro pagamento, le probabili conseguenze economiche.
Gli strumenti presentati, sono spesso mixati nel modo più conveniente per l’azienda. Il risk manager può scegliere di utilizzarli o meno oppure scegliere il mix che soddisfa il criterio di decisione prescelto.
La scelta del mix tecnico di gestione è frutto dell’esperienza del risk manager; egli, valutando il rapporto costi/benefici di ciascuna alternativa tecnica, la liquidità presente in azienda, la solidità dell’azienda, e tenendo ben presente il livello di rischio accettabile dal management aziendale, deciderà il mix ottimo tra tecniche di controllo e tecniche di finanziamento. Sarà poi compito del management stesso di rendere operativa la strategia definita, di controllarne i risultati e l’effettiva funzionalità.
Va ricordato che più che una sequenza ben definita, il Risk Management è un ciclo; alla fase del controllo e della verifica dei risultati seguirà nuovamente una fase di identificazione, per proseguire nel migliorare i processi interni all’azienda, o per ricalibrare l’analisi precedentemente sviluppata.
Il programma di gestione dei rischi deve quindi perseguire in modo continuo e ciclico l’ottimizzazione dei livelli di protezione, dell’affidabilità del programma, dei supporti attraverso i quali sarà garantita la sua realizzazione ed infine ricercare la soluzione più economica intesa come il miglior rapporto tra efficacia ed efficienza.

Il lavoro di analisi del rischio sviluppato nelle fasi di identificazione e di valutazione trova il suo sbocco nella fase decisionale, in cui si determina la scelta delle forme di intervento volte a ridurre i rischi o ad attenuare l’impatto economico-finanziario dei loro effetti. Ridurre il rischio significa intervenire sulle due dimensioni che lo definiscono, cioè la frequenza e la gravità. Attenuarne gli effetti significa agire in modo da creare le premesse affinché, dopo che l’evento dannoso si sia eventualmente verificato, risulti ridotta l’incidenza economico-finanziaria della perdita che esso comporta.

Le attività di identificazione e misurazione consentono di comprendere quali siano le inefficienze o meglio le unità critiche del sistema in analisi, identificando i rischi che dovranno essere “gestiti” dall’azienda (in quanto collegati ad opportunità da sfruttare) ed i rischi che dovranno essere evitati o eliminati.

Questo significa che non tutti i rischi saranno eliminati: infatti, il rischio è connaturato all’attività imprenditoriale e, a volte, la sua gestione può comportare un futuro benefico ritorno all’azienda; il management ha quindi il compito di determinare il livello di rischio massimo accettabile per l’azienda (risk tolerance) e di mantenere i rischi entro tale livello.

Per far ciò l’obiettivo degli analisti è incidere su una delle sue due dimensioni, o su entrambe, al fine di ridurne la probabilità di accadimento e/o l’impatto, a seguito di una data misura di prevenzione/protezione, che si ritiene opportuno introdurre.

Nella gestione di un rischio possiamo distinguere tre macro-aree di intervento, finalizzate a prevenire, contenere e finanziare i rischi, come mostrato chiaramente nello schema sviluppato di seguito:

Le macro-aree di intervento per la gestione dei rischi

Le macro-aree di intervento per la gestione dei rischi

  • L’Eliminazione del rischio consiste nella decisione di non assumere il rischio, eliminandone i relativi fattori. Alla base c’è la rinuncia all’attività o alle operazioni che stanno all’origine del pericolo, anche se ciò può portare (in relazione a determinate tipologie di rischio) a rifiutare delle opportunità di business, e deve essere quindi attentamente valutata.
  • La Prevenzione è l’insieme delle misure di sicurezza finalizzate ad impedire il prodursi di evenienze dannose e cioè, in sostanza, una riduzione della frequenza dell’evento;
  • La Protezione consiste in un insieme di misure di sicurezza, riferite alla minimizzazione del danno in occasione del prodursi degli eventi indesiderati. L’introduzione di tali strumenti di protezione produce una attenuazione della gravità dell’evento (il suo impatto) o un aumento del numero di unità esposte al rischio (è il principio delle imprese di assicurazione, che trasferiscono il singolo rischio sulla totalità degli assicurati), agendo, quindi, sulla dimensione probabilità;
  • La Riduzione consiste nell’assunzione di misure di sicurezza capaci di agire contemporaneamente su i due profili dell’entità del rischio (frequenza e gravità);
  • La Ritenzione è l’assunzione a proprio carico di una quota del rischio. I danni relativi a tale quota sono sostenuti con mezzi finanziari interni, per cui è importante che l’impresa adotti soluzioni che rendano possibile l’assunzione del rischio, ad esempio accantonando le opportune riserve finanziarie;
  • L’Assicurazione è un contratto che garantisce una copertura finanziaria in relazione al verificarsi di sinistri e che sancisce il  trasferimento delle conseguenze monetarie all’assicuratore. Il rischio in quanto tale resta; sono trasferite ad un terzo, dietro pagamento, le probabili conseguenze economiche.

Gli strumenti presentati, sono spesso mixati nel modo più conveniente per l’azienda. Il risk manager può scegliere di utilizzarli o meno oppure scegliere il mix che soddisfa il criterio di decisione prescelto.

La scelta del mix tecnico di gestione è frutto dell’esperienza del risk manager; egli, valutando il rapporto costi/benefici di ciascuna alternativa tecnica, la liquidità presente in azienda, la solidità dell’azienda, e tenendo ben presente il livello di rischio accettabile dal management aziendale, deciderà il mix ottimo tra tecniche di controllo e tecniche di finanziamento. Sarà poi compito del management stesso di rendere operativa la strategia definita, di controllarne i risultati e l’effettiva funzionalità.

Va ricordato che più che una sequenza ben definita, il Risk Management è un ciclo; alla fase del controllo e della verifica dei risultati seguirà nuovamente una fase di identificazione, per proseguire nel migliorare i processi interni all’azienda, o per ricalibrare l’analisi precedentemente sviluppata.

Il programma di gestione dei rischi deve quindi perseguire in modo continuo e ciclico l’ottimizzazione dei livelli di protezione, dell’affidabilità del programma, dei supporti attraverso i quali sarà garantita la sua realizzazione ed infine ricercare la soluzione più economica intesa come il miglior rapporto tra efficacia ed efficienza.


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