Audit è una parola latina. Il verbo audio, da cui deriva, indica l’ascolto attivo ma anche l’azione di istruttoria e di interrogatorio della magistratura. Il termine viene però da tempo usato anche con applicazione in altri contesti: nella gestione e verifica della qualità ha, per esempio, il significato di esame sistematico e indipendente finalizzato a verificare che le attività svolte per la qualità e i risultati ottenuti siano congruenti con quanto stabilito, ed efficaci per il raggiungimento degli obiettivi.
Nei servizi sanitari di molti Paesi, soprattutto di lingua anglosassone, il termine viene utilizzato, corredato da attributi come “clinical” o “medical” o “organizational”, per indicare specifici approcci alla valutazione della qualità di parte professionale.
Per audit della qualità si intende un esame sistematico e indipendente mirato a stabilire se le attività svolte per la qualità e i risultati ottenuti sono in accordo con quanto stabilito e se quanto stabilito viene effettuato efficacemente e risulta idoneo al conseguimento degli obiettivi. Si caratterizza per la sistematicità, l’indipendenza, il ‘mandante’ (il management interno o un committente esterno alla organizzazione valutata, ad esempio, l’acquirente, o cliente).
Esistono audit di processo o di prodotto o di sistema. Di solito vengono realizzati da personale addestrato, accompagnato da esperti di settore non direttamente coinvolti nelle attività oggetto di verifica.
La buona progettazione è una delle precondizioni per il successo di un audit. La prima fase della progettazione è rappresentata dal momento della concezione dell’idea dell’audit e della sua definizione. Nella fase di progettazione vanno definiti lo scopo, il risultato atteso e gli obiettivi. Un audit efficace presuppone che venga scelto un argomento che oltre all’interesse dei professionisti colga anche quello dell’organizzazione. Ciò facilita, a conclusione dell’audit, l’utilizzo dei risultati a scopo di miglioramento qualora siano richiesti contributi organizzativi.
Per avviare la progettazione tecnica devono essere definite le azioni da compiere, le responsabilità connesse, i tempi e le risorse assegnate. E’ utile adoperare una matrice per la progettazione che aiuti a individuare tutti gli elementi necessari. Altrettanto importante per la buona riuscita è l’attività di supporto/facilitazione per la semplificazione degli aspetti organizzativo-gestionali e, a volte, per il miglioramento della comunicazione fra professionisti.
Il momento finale è rappresentato dalla realizzazione del cambiamento. Non entrando qui nel merito di come si realizza il cambiamento, mi limito a sottolineare che il pre-requisito alla partecipazione all’audit, dovrebbe essere l’attitudine positiva del professionista a introdurre nella propria pratica gli elementi di novità che derivano dalla riflessione sui suoi risultati. Anche il cambiamento inoltre deve essere progettato e pianificato concentrandosi su pochi elementi. Il campo della valutazione del cambiamento è delimitato dall’obiettivo dell’audit.
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