Nel nostro paese e nel contesto internazionale si assiste oggi ad un rinnovato interesse per il tema della sicurezza e della qualità delle prestazioni sanitarie. Parlare di “qualità” delle cure oggi significa parlare non solo di efficienza ed efficacia delle prestazioni ma anche e soprattutto di sicurezza del servizio offerto. Se il paziente che si rivolge alla struttura sanitaria con una domanda di assistenza che migliori la sua condizione di salute, riceve al contrario un danno dall’atto sanitario, si assiste al fallimento non solo della singola prestazione ma dell’intero sistema che viene meno allo scopo per il quale è stato concepito. E’ in questo mutato contesto che si inserisce il tema del risk management nelle aziende sanitarie.
Dallo sviluppo di una procedura di risk management, oltre a conoscenze sui rischi, si evidenziano inefficienze di processo, di tipo organizzativo e procedurale, le quali ovviamente rendono la pratica sanitaria particolarmente rischiosa, con aggravi di costi per trattamenti terapeutici ed allungamento delle degenze.
Di fronte a un tale scenario, si è compreso nel tempo che, con la stessa metodologia utile per gestire strategicamente perdite e quindi costi dovuti a sinistri, si può gestire in modo strategico i problemi in esame, portando un ritorno, innanzitutto sociale, all’azienda sanitaria. Il risultato da ottenere è un percorso strutturato in fasi precise che utilizza una serie di nuovi e vecchi strumenti statistici, ognuno dei quali è propedeutico all’altro nell’ottica di una visione generale di miglioramento del processo.